mercoledì 4 aprile 2007

"Il Partito Democratico? Sia un grande fatto popolare"

Il Partito democratico “deve essere un grande fatto popolare” e non una semplice sommatoria tra Ds e Margherita, anche se a questi due partiti deve essere riconosciuta “l’immane portata del lavoro che si è fatto, il coraggio dell’impresa rispetto alla conservazione degli equilibri esistenti”. È quanto ha scritto il leader della Margherita, Francesco Rutelli, in un intervento sul quotidiano del partito ‘Europa’.
“Penso che ogni settimana che passa - scrive il vice premier - confermi la necessità e la validità della scelta del Pd. Chi si aspettava un “rompete le righe” nel campo del centrodestra ha subito una controprova significativa: Berlusconi è lì, ed è il leader di riferimento”. “L’unica maniera credibile - prosegue - per porre termine all’infinita transizione della Repubblica è politica: far nascere il Pd, creare il baricentro delle riforme, della modernizzazione, del cambiamento”.
Secondo Rutelli il nuovo soggetto ha “una potenzialità considerevole”, ma “ci sono rischi molto grandi: primo tra questi un processo di nascita del Pd autoreferenziale, chiuso all’interno dei due partiti fondatori”. Secondo il leader della Margherita quindi “si tratta di lavorare adesso per dare qualità e slancio alla decisione, una volta che essa è a portata di mano”. Rutelli ribadisce quanto ha affermato nei giorni scorsi, e cioè che “il Pd non deve essere un seguito della vicenda del Pc-Pds-Ds: sarà un partito nuovo, anche nella proiezione europea e internazionale. Né una creatura da salotto, deve essere un grande fatto popolare, e attento alle esigenze dei ceti popolari”. Un’altra caratteristica del Pd sarà quella di non essere né laicista né clericale, bensì “autenticamente aperto alla ricchezza plurale della società italiana”. Rutelli conclude sottolineando che i congressi di aprile dei Ds della Margherita dovranno “suscitare attese e passioni, rinnovare speranza”.

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